Il progetto artistico di Mimmo Cavallaro nasce ufficialmente nel 2009 con la pubblicazione del primo disco Sona Battenti, prodotto da Taranta Power sotto la guida di Eugenio Bennato, premiato nel 2010 come miglior disco di musica popolare al Festival della cicala di Napoli.
Si affaccia al mondo della musica popolare inizialmente come interprete della tradizione musicale calabrese, una cultura di cui fa parte in quanto nato e cresciuto in quell’ambiente che lo accompagna anche lungo il suo percorso artistico, e che cerca di approfondire attraverso indagini sul campo, registrando le voci degli ultimi testimoni diretti di quella realtà musicale.
In seguito assimila, nella composizione, quel linguaggio stilistico su cui ha indagato con le sue varie ricerche. Fonda il gruppo Taranproject, col quale realizza Hjuri di Hjumari nel 2011, rolica, nel 2012,e sonu (candidato al premio Tenco come miglior album dialettale) nel 2013, tutti co-prodotti assieme alla casa discografica CNI, guadagnandosi l’appellativo di cantautore popolare.
Dal 2011, con l’uscita di Hjuri di Hjumari, si forma il particolare sound dei TaranProject e l’originale idea artistica che, a partire dal linguaggio della musica tradizionale, si espande verso orizzonti spiccatamente world music.
Mimmo Cavallaro è uno dei pochi interpreti e sperimentatori della tradizione musicale calabrese.
Il cantato in dialetto e l’utilizzo di strumenti della tradizione, come la lira calabrese, missati a testi e armonie originali, fanno dei TaranProject una realtà importante per la storia della musica popolare italiana.
La sua musica e la sua tradizione musicale, fin ora relegata all’ambito locale, viene sdoganata nel resto d’Italia esibendosi in diversi festival di rilievo (Primo Maggio di Roma, Musicultura, Folkest, No
Dal 2012 diventa direttore artistico del Kaulonia Tarantella Festival, all’interno del quale duetta, nelle varie edizioni con Antonella Ruggero, Tony Bungaro, Davide Van De Sfross, Cristiano De Andrè, Marcello Cirillo, trio Mandili.
Nel 2013, ancora, decide di utilizzare il materiale raccolto durante gli anni e realizzare un nuovo prodotto discografico che racchiude i brani più significativi del suo periodo di ricerca, dividendoli in due categorie: quelli di carattere sacro (canti di natale e canti pasquali) e quelli di matrice laica (canzoni d’ amore, spartenza, sdegno ed episodi di vita quotidiana legati al mondo del lavoro), un doppio cd dal nome Sacro et Profano che reinterpreta 31 canti tradizionali dal forte contenuto poetico e dal sound raffinato, moderno ma senza tradire il linguaggio originario. Presenta il progetto come ospite al Premio Loano 2014.
Nel 2015 collabora assieme al cantautore piacentino Daniele Ronda al videoclip del brano Inno alle diversità, prodotto da I-company e pubblicato in anteprima su Repubblica.
A giugno dello stesso anno partecipa all’Expo 2015 con il videoclip Lu cantu di lu marinaru e un seminario, in veste di relatore, sulla musica popolare calabrese all’interno dello stand della Regione Calabria.
Nel 2017 esce Live in studio, una compilation con i suoi brani più rappresentativi e sempre nello stesso anno 2017 realizza il brano Europa che danza presentato in anteprima al CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO a Roma ed il video-clip pubblicato in esclusiva sulla sezione spettacolo del portale Fan page.
Nel 2018 esce il nuovo album CALANCHI, parola che riporta alla Terra. Quella del Sud, dove le aspre montagne si tuffano sul mar Ionio. A gennaio del 2018 esce il nuovo video-clip Calanchi e Criti, nuovo singolo e traccia che chiude l’album, racconto di un popolo costretto ad abbandonare le proprie radici. Nell’aprile del 2018 suona con la sua band a Buenos Aires a “BA celebra ” facendo ballare più di 30.000 persone nella splendida cornice di Plaza de Mayo.
Nel 2019, tramite l’Istituto Italiano di Cultura di Osaka, si esibisce in Giappone nell’ Hankyu UMEDA HALL, e successivamente in nelle città più importanti dell’Australia (Adelaide, Melbourne e Sidney).
Nel 2022 realizza il videoclip Chianalea, prodotto da Lastcam, con la regia di Pino Iannelli, che vede come protagonisti lo splendido borgo di Chianalea di Scilla e i giganti Mata e Grifone.
Il 5 luglio 2024 esce, dopo 7 anni dall’ultimo lavoro discografico, esce “MIRIJU“, un album che parla della Calabria e dei suoi personaggi, celebri solo alle persone del posto, che non sono mai diventati famosi ma che nell’immaginario collettivo sono rimasti dei miti. Descrive i luoghi che omaggiano la sua straordinaria bellezza ma anche quelli più anonimi, come le contrade dove Cavallaro è cresciuto.Il disco, che contiene undici brani in dialetto calabrese e uno in italiano, vede la partecipazione di diversi artisti con i quali ha duettato nell’arco del suo percorso artistico. La voce di Davide Van De Sfroos in “Una storia mille storie”, la voce di Marcello Cirillo in “Tarantella di lu Sciorru”, il violino di Jamal Oassini (Tangeri Cafè Orkestra) in “Giamba u violinista”, e la voce di Antonella Ruggiero in “Ninna oh”, danno all’intero lavoro un respiro nazionale. Insolito per il genere, ma estremamente singolare, è l’intervento rap di Kento nel brano “Miriju”, dove gli strumenti popolari, il testo in dialetto e il sound dub si sposano perfettamente dando luogo ad una sonorità quasi onirica.
LINE UP
Mimmo Cavallaro – voce e chitarra battente
Andrea Simonetta – chitarra classica, mandola e cori
Martina Farcomeni – organetto e lira calabrese
Gabriele Albanese – ceramella, lira calabrese, fiati tradizionali e sax
Silvio Ariotta – basso elettrico
Francesco Carioti – batteria e tamburi a cornice